Diario: Maggio

Intorno al 20 maggio, o giù di lì

Concentrata sul mio lavoro, assorbita dagli impegni dentro e fuori casa, faccio scorrere i giorni mettendo distanze, spero incolmabili tra di noi. Più sei lontano dai miei pensieri, più ne esco fuori.
Ti ho inviato una email professionalissima. Me ne sono compiaciuta con me stessa.
Ero lucidissima e distaccata. Mi serviva per portare a buon fine il mio lavoro.
Mi hai chiamato un secondo dopo aver aperto la mail. Forse anche meno.
Abbiamo parlato a lungo. Ognuno fermo nelle sue posizioni.
Di tanto in tanto qualche complimento velato, ma non faceva breccia nel mio cuore.
Ero in veste ufficiale. Ogni tentativo di lusinga mi era indifferente.
Alla fine hai un po’ ceduto ed insieme abbiamo convenuto sulla linea da seguire.
Una piccolissima vincita da parte mia…
Solo allora ho ceduto anch’io a qualche complimento. Appena un accenno. Lieve. Tra il fiume di parole…
Metto giù la cornetta e avverto un affanno nel mio respiro.
Sento il battito accelerato, il petto che si alza e si abbassa velocemente.
Emozionata.
Come sempre.
Hai vinto tu anche stavolta.

Di notte
Sogno. Non è la prima volta.
Nei miei sogni sei di una dolcezza disarmante.
Stavolta ho sognato uno sfiorare di dita. E uno sguardo innamorato.
Mi sono svegliata con addosso una sensazione delicata, struggente. Come una notte profumata di primavera.
Ho continuato nei miei sogni, un po’ coscienti, un po’ no.
E allora le immagini si sono susseguite come in un film, fino ad un finale che mi ha portato la mattina seguente a svegliarmi da donna innamorata.
E’…………. incredibile!
Per due giorni questo sogno mi ha avvolto ed io ho veramente vissuto quella febbre che tutti gli innamorati avvertono quando finalmente sono un unico essere.

Sono folle. E’ questa la pura verità.

27 maggio, mattina azzurra
Sono stanca.
Sì, stanca di averti nei miei pensieri.
Come ogni volta accade quando, dopo giorni, sento di nuovo la tua voce.
E resto impantanata.

Ho voglia di andare lontano.
A non pensare più a te.

Laltrame