Non ero preparata
E chi lo è in fondo?
Non ero preparata a non vederti più, a questo senso di vuoto che mi riempie il cuore, a quest’infelicità che mi prende l’anima quando passa il momento in cui mi sono distratta e torno alla realtà. Una realtà nella quale tu non ci sei più, non sei più accanto a me.
Non ero preparata a questo definitivo non ritorno, a questo continuo andare avanti, all’assenza completa di speranza.
Non ero preparata a tutto questo, anche se sapevo che sarebbe successo. Anche se mi dicevo di essere pronta, non lo ero affatto. Mi ero solo illusa di esserlo.
E mi ripeto che è solo un modo diverso di continuare ad amarci. Mi ripeto che l’amore è capace di superare le distanze e che tutto ciò che è diventato invisibile agli occhi, non lo è al cuore. Mi ripeto tante cose, per illudermi che sono forte, che ho superato il dolore, che ti sento ancora qui accanto a me. Mi ripeto tutte queste cose perché l’istinto di sopravvivenza mi porta comunque alla ricerca della felicità.
Ma poi arriva la notte.
E di notte, non c’è più alibi che tenga. Di notte, quando sono sola con me stessa, nel silenzio più assordante e nel buio più oscuro, tutta la mia fragilità torna a galla e irrequieta mi giro e mi rigiro, non trovando più pace.
E allora mi lascio andare alla deriva, di notte, quando posso strapparmi di dosso quest’assurda maschera e guardare sulla mia pelle questa bianca cicatrice, che ormai è parte di me.