Occhi verdi
Altro giovedì. Altro treno.
Scelgo la carrozza meno piena. Mi siedo in un compartimento dove non c’è nessuno e finalmente…mi rilasso.
Piano piano lo scompartimento si riempie, si siedono intorno a me figure varie che non sto a guardare.
Sale all’improvviso, pochi minuti prima della partenza, un tizio che col suo modo trafelato mi fa alzare gli occhi.
E’ il primo scambio di sguardi. Lui si arresta e per un lunghissimo istante fissa i miei occhi.
Poi, velocemente lancia la borsa su uno dei sedili a portata di mano e scende, forse a salutare qualcuno che è rimasto a terra.
Risale dopo pochi secondi e prende posto poco lontano da me, di fronte.
Continuo a leggere.
Arriva la telefonata di Giorgio. Parlo sotto voce. Gli dico “ci vediamo dopo, amore. E fai tutti i compiti”.
Sento ogni tanto lo sguardo del tipo. Alzo gli occhi. Lui sta sonnecchiando con il viso rivolto dalla mia parte e dico a me stessa quanto sono presuntuosa.
La mia fermata arriva presto (e stavolta mi preparo per tempo!): metto lentamente le mie cose a posto e mi sto per alzare. Alzo gli occhi di nuovo: e stavolta non mi sbaglio. I suoi occhi sono piantati nei miei. I suoi verdissimi. Grandi. Incorniciati da lunghissime ciglia nere.
Abbasso velocemente la testa e nascondo più che posso un sorriso.
Sono scesa. E faccio tra me e me una battuta:
“Fammi un pò sentire se c’ho tutto … Sì, perché…. qualcosa di dosso me l’ha tolto….”.