E se cadono le stelle

Quella laggiù è la Stella Polare

[…]

– Quella laggiù è la Stella Polare.
– Quale?
Lui la indicò con il dito, ma Giulia non riuscì lo stesso a distinguerla fra le altre.
– Aspetta, facciamo così che è meglio – le disse con calma. – Conosci la costellazione dell’Orsa Maggiore? – Al suo cenno di diniego, si spiegò meglio: – Avrai senz’altro visto qualche volta o magari solo sentito parlare del Grande Carro, giusto?
– Vagamente.
– Va bene lo stesso. – Sorrise del suo tono scoraggiato. – Nella costellazione dell’Orsa Maggiore c’è il Grande Carro e lo puoi distinguere lassù, in fondo, sulla destra. – Cominciò a indicarle le sette stelle che lo componevano, andando avanti ogni volta che lei gli faceva segno di averle individuate. – Ora ascoltami, perché questo è il sistema per riconoscere sempre la Stella Polare. Vedi la linea composta dai Puntatori?
– Puntatori?!
Paolo sorrise di nuovo del suo tono. – Sì, le ultime due stelle opposte al timone del Carro. Basta prolungare di cinque volte la distanza fra esse per incontrare la Stella Polare. – Sempre con il braccio teso, seguì la linea tracciata dalle stelle, fino a fissarsi su una piccola stella poco appariscente. – È lei, ora la vedi?
– Sì, adesso sì che la vedo!
– Non puoi sbagliare, perché rimane sempre allo stesso posto nel cielo e segna il Polo Nord. Conoscendola potrai sempre orientarti, ovunque ti trovi. Anche se oggi come oggi non serve a molto, a meno che tu non sia un navigatore o ti sia persa nel bosco. – Sorrise e tornò a guardare il cielo. – Ma dà sicurezza sapere che almeno lei resta sempre lì, ad indicarti il nord.
– La strada.
– In un certo senso, sì.

[…]

Tratto dal libro “E se cadono le stelle

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